giovedì

Comacchio saluta Bardi e «promuove» Baiesi

COMACCHIO. Ieri, alla ripresa degli allenamenti lo stadio “Ider Carli” si presentava con la tranquillità di sempre.
I giocatori al gran completo sul terreno di gioco, alla presenza dello staff, in questo caso il direttore sportivo Alessandro Baiesi, il quale ha appeso il doppio petto nello spogliatoio per vestire la tuta con tanto di fischietto e cronometro, in sostituzione del tecnico Attilio Bardi.

Approfittiamo della presenza del presidente rossoblù Filippo Folegatti, spalleggiato dall’onnipresente vice Filippo Farinelli e dal responsabile dell’organizzazione, Renzo Trasforini. Queste le prime parole del massimo dirigente dei lagunari. «Domenica a fine gara - spiega - avevo annunciato che lunedì si sarebbero prese decisioni importanti.
Puntualmente arrivate con la sostituzione del mister. Affermo senza retorica che sono momenti e decisioni ai quali mai si vorrebbe arrivare».
Presidente, è stata dunque una decisione sofferta?
«Sicuramente, anche perché era ben lontana dai nostri obiettivi iniziali».
Al posto di Bardi va il ds Baiesi, si tratta di una scelta maturata anche per questioni di bilancio? «Assolutamente no, di problemi finanziari non ne abbiamo parlato, perché è stato subito lo stesso Baiesi a rendersi disponibile.
Non dimentichiamo che questa squadra l’ha costruita lui, quindi si è ritenuto anche responsabile, nel bene e nel male.
Credo sia veramente un atto di grande onestà, che fa bene al calcio.
Gli auguro buon lavoro e tanta fortuna per tutti noi».
La parola passa immediatamente al nuovo allenatore del Comacchio Lidi, Baiesi.
Una decisione imposta?
«No. Io, geloso di quello che ho fatto, mi sono reso disponibile».
Come è maturata questa brutta situazione di classifica?
«Siamo partiti bene come gioco, ma non altrettanto fortunati.
Poi forse è arrivato qualcosa di impensabile per diversi giocatori».
Quindi problemi di testa?
«Credo proprio di sì».
Serve una grossa responsabile per sollevarsi da una situazione difficile.
«Il coraggio non mi manca, in fondo una situazione così l’ho già affrontata a Carpi».
Allora da dove si inizia?
«Da una ricetta molto semplice.
Si inizia da zero, e questo vale per tutti».
La conversazione termina con una curiosità: mai abbiamo visto Baiesi con un sorriso tanto largo.
Giovanni Bertarelli
fonte:la Nuova Ferrara

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