martedì

Dolcetti: "Voglio una squadra di grande personalità"



ALDO DOLCETTI è un buon oratore. Parla sciolto e con proprietà, lontano dallo stereotipo dell’ex calciatore. E nel complesso non disdegna di raccontare le sue prime impressioni sul campo: «In pochi giorni non si può cogliere tutto, ma qualcosa sì. Anzi, abbastanza».
E cosa ha notato?
«Per me i giocatori sono tutti nuovi, ma nei «veri» nuovi ho visto parecchie cose buone, da Arma a Martucci, Centi, Savi a tutti i difensori. E ho già individuato un ambito sul quale si deve lavorare».

Qual è?
«La squadra deve assolutamente trovare la strada per essere sicura di sè e sfoderare più personalità».
Era un grande difetto dell’anno scorso, questo: lo sapeva?
«Ho visionato molte cassette dell’ultimo campionato, e accanto a buone cose ho notato alcune carenze, tra cui questa».

Visto che si parla della vecchia guardia: se qualcuno facesse colpo durante il lavoro potrebbe guadagnare la conferma?
«Voglio essere molto chiaro al riguardo. Io sono aperto, e certamente se mi accorgo di avere il campione in casa non lo mando via. Al tempo stesso, con la societa si è scelta la strada della chiarezza. Sappiamo che la situazione è ancora fluida, e per ogni giocatore in uscita ce ne sarà un altro in entrata che rientra nei nostri piani. Ma ripeto, questa è un’idea di base: se nel frattempo uno ti fa cambiare idea, saperla cambiare è segno di intelligenza».

In sostanza, chi è in partenza partirà, ma se qualcuno fa colpo ha speranze di rimanere?
«Se non un cantiere, che è parola grossa, siamo un gruppo in fase di formazione. E in questa situazione ci può stare anche la sorpresa che ti fa deflettere dalle tue linee-guida».

Sui singoli si sente di dire qualcosa?
«Siamo molto colpiti anche noi dalla struttura fisica di Arma: con i miei collaboratori lo stiamo mettendo a fuoco, con quelle gambe sottili e quella statura prestante. Senza scomodare Kanu, che è più grosso e «ciondolone» di lui, Arma è una gazzella e ha un fisico strano che però si addice molto al calcio. E’ tutto tendini, quindi ha grande velocità e reattività, ed è molto alto. Per contro, con meno massa muscolare non può essere potentissimo. E mi piace la tipologia del ragazzo, che è di grana buona».

Ha progressione più che scatto breve?
«Sì. Lo scattista è Martucci».

Centi come sta?
«Si vede che ha trascorsi importanti. Per questo tutti noi vogliamo da lui anche la personalità di cui parlavo, oltre alla qualità. Il ghigno del tipo tosto ce l’ha».

Qual è il pensiero di Dolcetti sul ripescaggio?
«Ho sposato la strada di non parlarne. Oggi siamo in Seconda divisione e io debbo dare a questa squadra la mentalità vincente per la categoria in cui si trova. E’ chiaro che la speranza a questo punto c’è, ma io la debbo ignorare. Un domani, sarebbe facile mentalizzarci per il campionato superiore, mentre pensarci e non ottenerla lascerebbe un brutto contraccolpo psicologico».

In caso di ripescaggio, i nuovi giovani a disposizione sarebbero abili anche al piano superiore?
«Se non tutti tutti, in generale direi di sì: ma poi cambierebbero lo scenario, gli obiettivi, le pressioni. E inoltre abbiamo margine per adeguare l’organico alle nuove esigenze di quel campionato».

Prima uscita sabato con i dilettanti del posto?
«Sì, e fin lì faremo doppie sedute tutti i giorni, ma quasi sempre col pallone, perchè la padronanza tecnica è fondamentale e a calcio si gioca con il pallone. La tecnica poi porta dritto alla tattica, altra componente fondamentale. Per ora lavoro sul 4-2-3-1, ma non solo su quello, sono aperto ad altre indicazioni. Quanto alle partite, senza fare troppa pubblicità, oggi ne abbiamo già giocata una undici contro undici tra di noi. Faremo comunque anche sedute specifiche per la condizione atletica».


di MAURO MALAGUTI

Il Resto Del Carlino

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