martedì
Donati lancia il Comacchio
COMACCHIO. Serviva la vittoria. E vittoria è stata, ma in una situazione da spezzare il cuore, nel finale e dopo un lungo assedio, e tante proteste nei confronti del direttore di gara per episodi poco chiari in area. Il Lonato si annunciava come squadra in crisi, ma abile nelle ripartenze, ed era probabile aspettasse il Comacchio, che doveva cercare il bottino pieno. Invece i lagunari nel primo tempo si sono chiusi ed hanno aspettato. Il Lonato ha premuto, costruito, spinto, ma praticamente non ha mai concluso (una sola occasione pericolosa per la porta di Calderoni). Poco alla volta i biancoverdi hanno calato la loro spinta ed alla distanza è uscito il Comacchio. Intendiamoci, molte palle buttate nel mucchio, punizioni da lontano da far spiovere in area, qualche percussione interessante e poco altro; poi, nel finale, la liberatoria conclusione da due passi di Donati, che ha portato il bottino pieno. Note di cronaca desolatamente scarse. Nel primo tempo, a voler essere buoni, un’azione di disturbo di Codignola che quasi faceva perdere la palla a Frigerio e le proteste dei lombardi per un contrasto in area di Seye su Lorenzi. Poi, due occasioni, una per parte. Al 40’, cross dalla sinistra per il Feralpi, con spiovente prolungato di testa da Mame Seye. La sfera arrivava nella zona di Pellegrini, lasciato solo. Il centrocampista controllava, si portava avanti la palla, e sparava un violento diagonale che fulminava Calderoni ma si andava a schiantare sulla traversa non lontano dall’incrocio. Nel recupero del primo tempo, punizione dalla destra di Sarnelli per Sapienza, capace di prendere l’ascensore e svettare, ma la sua schiacciata finiva di troppo larga. Nella ripresa, al 47’, tocco di Codignola per Sabatini, che lasciava sul posto la coppia centrale e veniva travolto dal portiere. Sembrava ci fossero gli estremi per il rigore, ma l’arbitro concedeva il corner. Altre proteste per un mani netto, considerato involontario, in piena area, di Colicchio su colpo di testa a proseguire di D’Aniello. Al 73’ Lorenzi si vedeva per l’unica volta nella ripresa quando volava a terra in mischia chiedendo il rigore. All’83, Graziani conquistava un pallone su eccesso di confidenza di Seye, ma veniva fermato da un recupero prodigioso di Sassi. All’83’, D’Aniello di testa per Sabatini, che tagliava ancora una volta la difesa, ma sull’uscita di Frigerio si allargava troppo sulla sinistra. Giratosi, saettava in porta, ma Frigerio era superlativo a negargli la rete. All’86’, il gol-partita. Cross basso da destra, con Sabatini che fintava e permetteva che la palla arrivasse a D’Aniello. Tocco in contrasto con Colicchio e palla che finiva a Donati, che tagliava da sinistra al centro. Frigerio usciva alla disperata, Donati cercava di superarlo, ma la palla gli restava indietro, ed allora l’esterno si girava e con un tocco vellutato e maligno superava il portiere a terra ed infilava in porta: 1-0.
«E' il successo della nostra dignità»
Tonino Ferroni, a fine gara, era quasi più estenuato dei suoi giocatori. «Una partita da infarto - è il suo primo commento - che abbiamo portato a casa con grande umiltà e con grande spirito di sacrificio. Con uomini esperti si vince, basta che i giovani riescano a portarli nel momento decisivo in una situazione almeno di equilibrio». «Negli spogliatoi alla fine del primo tempo - prosegue la sua analisi l’allenatore del Comacchio Lidi - non ho detto nulla di particolare, ho ricordato solo che mi bastava una ripresa a livello del primo tempo di sette giorni prima a Salò, senza prendere gol; perché poi potevamo anche chiuderla positivamente. E poi di andare in campo e giocare fino alla fine concentrati e tranquilli, convinti di potercela fare. Ci siamo riusciti. Ed oggi - ha detto ancora il tecnico lagunare che sta facendo il possibile per fare raggiungere la salvezza alla sua formazione - abbiamo avuto un pubblico fantastico che ha capito che noi andremo avanti in questo modo fino all’ultima partita. E se le cose andranno bene si capirà quanto sia importante andare sempre in campo con umiltà, dignità e spirito di sacrificio; e se andranno male non potranno che darci atto di aver lottato fino alla fine. Ma il pubblico - dice ancora l’allenatore Ferroni - questo, lo ha capito, ci è vicino, e questo ci aiuta tanto, anche durante la settimana, a lavorare a costruire ad impegnarci sempre di più. Questo ci da enorme carica. Possiamo lottare fino alla fine».
Piuttosto abbacchiato, invece, è il tecnico dei lombardi, Bonvicini. Lo troviamo mentre esamina l’elenco dei risultati e la nuova classifica. Non sembra avere molta voglia di parlare. Poi: «Nel primo tempo - dice l’allenatore - abbiamo avuto un’ottima occasione per andare in vantaggio con Pellegrini, ma non ci siamo riusciti. Abbiamo spinto molto, cercato di passare, costruito e pressato, ma il vantaggio non è arrivato. Poi siamo calati, anche se ci siamo disimpegnati bene anche ad inizio ripresa, mantenendo ancora per un buon periodo il controllo della partita; poi sono uscito loro, ma noi siamo stati ancora pericolosi con alcuni contropiedi che potevano essere più efficaci. Ma non siamo riusciti ad andare in gol. Quando sono usciti loro, alla fine, noi avevamo probabilmente speso già troppo, e non è stato possibile contrastarli efficacemente nel finale; ma credo che il pareggio si sarebbe potuto portare a casa. Purtroppo abbiamo speso molto prima senza riuscire a segnare, per poi pagare fin troppo nel finale. E a questo punto non saprei che altro aggiungere, salvo dire che il Comacchio si è chiuso bene impedendoci il gioco di rimessa che speravamo di riuscire a proporre. Abbiamo attaccato perché era il Comacchio che si era ritratto tanto, e ci toglieva gli spazi».
Alessandro Bassi
fonte:la Nuova Ferrara
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