COMACCHIO. Ci sono giornate in cui, anche se le cose ti vanno male, puoi vedere molti segnali positivi, ed altre in cui di positivo vedi poco o nulla. Da Salò (sei gol al passivo, tra anata e ritorno) si torna con una sconfitta e l’espulsione di uno degli uomini di maggiore e più continuo rendimento, Andrea Barbi. A questo punto, ci si può mettere in un angolo a piangere sconsolati o guardare avanti. Per fortuna, a Comacchio hanno scelto la seconda ipotesi. Ma non c’erano dubbi. «Non credo - ci ha detto Marco Piccoli - si possa parlare di massacro nei nostri confronti. Il Salò è una bella squadra, ma noi possiamo recriminare. Siamo andati sotto di un gol, ma poi c’era quello che per noi era un rigore solare per un intervento su Sabatini, che l’arbitro non ha dato. A quel punto abbiamo cominciato a protestare tutti. Non è una questione di nervosismo o di frustrazione. A Barbi è scappata una parola di troppo, punto. E così, dall’occasione del possibile pareggio ci siamo trovati a dover cercare di raddrizzare la gara in dieci, e loro alla fine hanno dilagato. Ma se ci avessero dato il rigore, ed io credo ci fosse, per loro non sarebbe stata una partita facile da vincere». Quindi, si guarda al futuro? «Certo. Il calendario ci propone cinque partite in casa: dobbiamo farle fruttare, anche perché sono abbordabili. Quest’anno si è visto quanto equilibrio ci sia: te la giochi sempre con tutti, non è come la scorsa stagione, quando c’erano delle corazzate e delle barchette che al loro arrivo dovevano spostarsi. E dobbiamo farcela da subito, da domenica». Quando arriverà il Feralpi Lonato, una delle quattro squadre che nel girone di ritorno ha raccolto meno punti del Comacchio, anche se non c’è da stare allegri, una delle altre tre era il Salò... «Il Lonato è stato costruito per puntare in alto, ma ha giocato un ritorno non all’altezza (due vittorie e due pareggi, con cambio del tecnico, da D’Astoli a Bonvicini, quest’ultimo con una sola vittoria sul campo del Crociati; ndr)). E se sono in un momento non buono possiamo e dobbiamo approfittarne. Si tratterà di far loro trovare un ambiente caldo, che evidentemente soffrono. Ci crediamo fino in fondo. Possiamo risalire e dire la nostra».
Alessandro Bassi
fonte:la Nuova Ferrara
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