martedì
«Siamo vivi e la speranza c'è ancora»
COMACCHIO. Il tecnico del Verucchio, Rossi, ha analizzato con serenità la prestazione della sua squadra. «Credo che il primo tempo sia stato sostanzialmente in equilibrio. Il rigore e, soprattutto, la rete del 2-0 subìta proprio in apertura di ripresa hanno ovviamente condizionato la gara. Noi - prosegue Rossi - abbiamo cercato di riequilibrare la situazione e ovviamente ci siamo scoperti, subendo anche la terza rete. Purtroppo, l’equilibrio è stato rotto da un rigore a nostro sfavore. Recriminazioni? Ci sarebbe molto da dire su quella decisione...». E Rossi va oltre: «Purtroppo, chi è negli ultimi posti della classifica si vede mortificato dagli arbitraggi anche quando non lo merita. E credo che a Comacchio, comunque, su questo discorso siano d’accordo con me». Rossi passa poi a commentare le situazioni contingenti e la gara: «Ho portato Damato solo in panchina perché in settimana era influenzato e non ha potuto allenarsi nel modo migliore, ed ho avanzato Drudi dal suo posto di partenza di difensore centrale per cercare di ottenere qualcosa di più a centrocampo. Purtroppo, quello che abbiamo ottenuto in fase di costruzione e di conclusione avanzando Drudi, lo abbiamo perso in equilibri e coperture in retroguardia. Adesso le cose si fanno sempre più difficili. Noi, ovviamente, non ci rassegnamo assolutamente - conclude Rossi - ma è ovvio che con questa sconfitta la situazione è ancor più complicata di quanto non fosse in precedenza». Entusiasta per la vittoria, invece, Tonino Ferroni, che commenta il successo e i punti che con esso arrivano con la sua consueta esuberanza: «Un’altra speranziella in più! Ancora una speranza! Non siamo ancora morti!». Il Comacchio doveva sicuramente cercare la vittoria: «Certo, è stato importante anche vincere per 3-0, perché oltre ad essere importante per i tre punti, ci sono anche i tre gol, la prestazione, la fiducia che arriva dall’aver vinto una partita in questo modo. Bisogna sicuramente apprezzare questa situazione: ci permetterà di preparare con tranquillità le prossime partite, di giocarcela con la massima calma e la giusta determinazione. Dobbiamo lavorare, lavorare, lavorare. Io non ho paura di farlo e i bravi giovani che ci sono in rosa lavoreranno, ve lo assicuro. Voglio che crescano, che migliorino, a prescindere dal risultato del campionato. Perché si vede come un Codignola, lavorando, possa crescere notevolmente. Si vede un bravo Finardi, che ha giocato benissimo, si può far fare il salto di qualità a un Sassi che ha delle potenzialità da grandissimo giocatore, ma deve lavorare e non sprecare questi due anni che ha ancora da fuori quota. Lavoreremo, e guarderemo avanti». (a.b.)
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