COMACCHIO. Non si cambia, così assicurano gli interessati. In casa del Comacchio Lidi non ha trovato conferma la notizia del ritorno di Rimondini nella duplice veste di allenatore e giovatore. L’ex rossoblù dice di cadere dalle nuvole, il presidente Folegatti ha smentito, il diesse Baiesi è stato perentorio: «Avanti così, continuiamo con Casoni. La squadra è in crescita, dietro ci siamo sistemati, adesso stiamo solo cercando un altro attaccante, cosa in verità non facile». E ora uno sguardo globale alla situazione. Quando anche i numeri ti dicono che sei ridotto male, serve una grande forza di volontà per guardare al futuro. I numeri del Comacchio non sono proprio esaltanti, ma va sottolineato come non siano tragici. Certo, ad una giornata dalla fine del girone di andata i rossoblu sono bloccati in fondo alla classifica, ma c’è ancora tutto un girone di ritorno ed è su questo che si punta. Il tesseramento di Mame Seye Serigne non va sottovalutato: si tratta di un giocatore decisamante valido, e il recupero, che si spera possa avvenire in tempi rapidi nonostante lo strappo, di Arrigoni comporterebbe una difesa adeguata alla categoria con Sapienza a destra e, probabilmente, Sassi a sinistra. Certo, con il fatto che Sassi può giocare centrale ci potrebbe essere la tentazione di mettere Mame (mancino naturale) a sinistra, ma probabilmente non lo si farà: la spinta in più sarebbe relativa, e si perderebbe il gioco aereo dell’unico difensore di una certa statura che possa schierare il Comacchio. Barbi, va detto, nelle prime uscite si è rivelato giocatore anche migliore di quello che si conosceva dai tempi della Spal. In questo contesto, infatti, non si limita a distruggere il gioco avversario davanti alla difesa, ma sa impostare con giudizio e lucidità. A questo punto servirebbe il puntello offensivo evocato sia dal presidente che da Baiesi: ci sono tanti attaccanti esterni, ma in mezzo c’è solo Sabatini ed il giovane Codignola che ci mette buona volontà ma non è ancora un fattore decisivo. E consideriamo che Sabatini non è il classico attaccante egoista che funziona solo come terminale, ma un giocatore che coinvolge anche i compagni d’attacco. In attesa dell’esplosione di Codignola o nella (improbabile, alla luce della storia della sua carriera che lo ha sempre visto come sublime suggeritore ma non certo implacabile realizzatore) trasformazione in spietato terminator dell’area di Rigore di Melucci. Ambizioni limitate alla salvezza e nemmeno senza patemi, ma qualcosa si può fare anche senza stravolgimenti e con la grandissima grinta che quasta squadra potrebbe buttare in campo ma che non sempre è riuscita a mostrare. In fondo, basterebbe qualche errore di meno in fase difensiva. Il Comacchio è l’unica squadra ad avere sempre incassato reti in tutte le gare di campionato, ma può guardare con favore al fatto che, su sedici gare, ha trovato la via della rete in 12 occasioni. La porta la si trova, anche perché delle 16 reti segnate, solo una è arrivata a giochi fatti (a Desenzano, col Feralpi). In tutti gli altri casi, i rossoblu sono stati in partita a lungo e se la sono giocata a buoni livelli. Basterebbe poco, dato che a Sant’Arcangelo (e non solo) si è visto come la squadra le possibilità le abbia.
fonte:la Nuova Ferrara
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