mercoledì

ll Comacchio ha tirato fuori l'orgoglio

  COMACCHIO. Tutti uniti, abbracciati in circolo. No, non era il Celtic Park di Glasgow, bensì il Raibosola. Ma il Comacchio, dopo quel rito tipico di una delle squadre più orgogliose del pianeta, ha messo in campo una prova di carattere, di orgoglio. E il pubblico ne è stato coinvolto. Il Raibosola sarà mai l’Ider Carli, troppo grande, ma il Comacchio, ci dice Tonino Ferroni, dev’essere il Comacchio. E magari sarebbe bello se il pubblico partecipasse al rito con la sua voce. La gara con il Suzzara è stata raddrizzata in extremis, ma molte delle cose che il nuovo tecnico voleva vedere da subito si sono notate. Simoni, inventato terzino sinistro, ha giocato una gara giudiziosa. E come tutte le persone di carattere ha onorato la fascia da capitano della sua Comacchio con una prestazione interessante.  In altri momenti questa partita la si sarebbe persa (e il fatto che Donati abbia realizzato un gol da leggenda non può far passare sotto silenzio i troppi errori sotto rete, specie di Codignola), ora si tratta di mettere via il punto e costruirci sopra il futuro. Mister Ferroni lo ripete: «Rendiamoci conto che quattro, ora cinque, punti sono veramente pochi. Un piccolo passo, ma nella strada giusta. Si tratta di abbassare la testa e pedalare convinti e nella stessa direzione».  Domani si va in Abruzzo, a casa della Renato Curi Angolana, che ha vinto 3-2 la gara di andata degli ottavi di Coppa Italia a Comacchio. La situazione rossoblù è per nulla facile: la gara infrasettimanale spezza il ritmo e, in ogni caso, anche se ci saranno molti cambi, sarà comunque un carico supplementare in vista di domenica a Sant’Arcangelo.
fonte:la Nuova Ferrara 

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